Come si assiste il malato in casa ?

Con questo breve articolo vi proponiamo una lettura sintetica ma ricca di curiosità: un estratto di un testo di assistenza infermieristica del 1923…con alcune sorprendenti sopravvivenze culturali. Da leggere! (in lingua italiana dell’epoca).


L’ammalato può venire curato in casa propria, od in ospedali. Questi ultimi possono essere pubblici o privati. Vi sono poi le così dette “case di salute” che sono dei luoghi di cura, per malattie chirurgiche o mediche, in determinati punti di una città, in determinate regioni, in collina od al mare, ecc., secondo gli speciali scopi cui sono destinate (…) ci occuperemo della casa, e dei requisiti essenziali delle stanze della “casa” adibite eventualmente ad infermeria.

La “casa” deve difendere l’uomo dalle influenze dannose dell’ambiente naturale ed “offrirgli le condizioni necessarie a soddisfare i suoi bisogni fisiologici, come l’aria, la luce, il calore”. Nel tempo stesso la casa non deve essere sorgente di infezione, né predisporre a contrarla; occorre quindi mantenere pura l’aria che vi si respira, impedendo la penetrazione di gas putridi o velenosi, espellendo l’aria viziata, e rendendo impossibile l’annidamento dei germi e di tutte le cause possibili di infezione.

L’uomo, vivendo in un ambiente chiuso, corrompe esso stesso l’aria con la emissione di calore, di gas (vapore acqueo, anidride carbonica, ecc.) e di materie organiche. Oltre alla eliminazione di tali prodotti occorre eliminare dagli ambienti la presenza di odori speciali, nauseanti, che spesso sono dovuti ad emanazioni provenienti dalla superficie del corpo umano, o dagli abiti.

Nella casa l’uomo deve trovare una temperatura atmosferica che non sia troppo alta né troppo bassa, ed una adeguata illuminazione. Il sole colpendo le pareti, che gli sono rivolte le illumina e nello stesso tempo le riscalda, provvede pertanto alla luce ed al calore. Ora “tanto il valore della illuminazione, quanto quello della insolazione, dipendono dalla durata dell’azione del sole e della intensità dei raggi calorifici, e questa dipende a sua volta dalla inclinazione con cui il sole manda i suoi raggi nel luogo designato e dalla inclinazione della parete colpita dai raggi medesimi. Varierà pertanto la distribuzione delle varie stanze di una casa, a seconda del loro uso. Si ha, d’altra parte, come regola generale che la migliore illuminazione, di giorno, degli ambienti è quella naturale; e di questa è sempre preferibile quella che viene fatta direttamente dal sole che non la illuminazione che ha luogo “per riflessione della volta celeste e delle superfici che più o meno direttamente sono illuminate”.

Speciali requisiti deve avere la stanza adibita per infermeria in una casa.

Per quanto riguarda la provvista di luce e di calore le stanze da infermeria devono essere esposte a sud-est. Le stanze esposte ad est sono deliziose il mattino di inverno; di estate la direzione normale dei raggi solari riesce molesta e riscalda troppo. Le stanze a sud ricevono il sole nelle ore intermedie della giornata, quindi sono tollerabili il mattino e la sera; sono troppo calde dalle ore otto alle sedici di estate, meno calde però delle stanze esposte ad est o ad ovest, perché ricevono l’azione dei raggi obliquamente nelle ore più calde; sono invece tiepide di inverno , e si può ricevere tutta l’azione della luce, che non riesce molesta.

Le stanze a nord sono prive affatto di sole di inverno, quindi scarsamente illuminate; il terreno e la fabbrica possono restare umide; sono ottime di estate. Pessime di estate sono invece le stanze ad ovest, perché nel pomeriggio si riscaldano troppo, e fino al tramonto del sole. Quindi alle stanze con esposizione a nord sono preferibili quelle a nord-est o a nord-ovest. Le stanze infine a sud-est od a sud-ovest, se presentano condizioni peggiorate rispetto a quelle con esposizione a sud, sono buone per le infermerie. Non sarà male riportare testualmente dall’aureo libro del prof. Celli uno schema di distribuzione delle varie stanze di una casa, non essendo conosciuta dai più la orientazione più utile delle varie stanze di una casa.

Potendo avere molte stanze con varia orientazione, si ha:

1° le stanze a nord, buone per dimora estiva, per studi di pittura o di disegno, riscaldandole e facendo ampie le finestre: per latrine, per sale da pranzo, per stanze di traffico, per la dispensa, per le scale e i corridoi;

2° stanze a nord est, migliori ancora per stanze da pranzo, di servizio; le stanze da letto gioiscono dei primi raggi solari l’inverno e sono fresche d’estate, specie nelle città marittime ove spira il greco dal mare. Cattive come stanze di disegno perché d’inverno non hanno sole la sera e sono colpite da venti insalubri; buone, invece, come stanze da lavoro, come librerie; buona esposizione per portici o verande;

3° stanze a sud-est: ottime per sale da lavoro, per dormitori, per infermerie;

4°stanze a sud-ovest; cattive per il caldo e i venti; mai si scelgano per sale da pranzo o da letto; esposizione cattiva per portici, e per gli accessi, perché sferzati dalle pioggie;

5° stanze a sud: non buone per stanze da pranzo; devono provvedersi di verande; non mai devono servire per dispense, latrice, ecc.;

6° stanze ad ovest: non buone per stanze da pranzo, né per sale da disegno, né per camere da letto; buone per salotti a fumare;

7° stanze a nord-ovest: buone per bigliardi, per sale da pranzo, perché provviste di ripari dal sole.

Non ci dilungheremo nella descrizione dettagliata di tutti i principali requisiti di una stanza adibita ad infermeria, ma li riassumeremo con poche parole, sforzandoci di riuscir chiari.

La stanza per infermeria deve essere esposta a sud-est. Deve contenere il minor numero possibile di mobili: un letto, due o tre sedie, un tavolino, un comodino da notte. Il letto deve essere tenuto lontano dalle pareti, in modo che si possa agevolmente girare tutt’intorno.

La stanza deve essere possibilmente situata lontano da strade troppo battute da veicoli e da ambienti adibiti a luoghi di riunione, di conversazione, di divertimenti, deve essere lontana da cessi, stanze da pranzo, tromba di scale.

L’aria deve essere cambiata almeno due volte al giorno mercè apertura delle finestre, e queste devono essere possibilmente due. Il cambiamento dell’aria deve farsi in modo che non si stabilisca corrente che vada a colpire direttamente al viso il paziente.

Occorre evitare tutte le tende, ed i drappeggi alle porte ed alle finestre. A queste ultime, per diminuire l’intensità della luce solare, si potrà applicare una tenda fatta di stoffa unita, non a fiorami, o guernita di merletti.

Occorre togliere tutti i quadri dalle pareti, ed in una parola tutte le tappezzerie. I germi vivono alla superficie delle pareti, e tanto più durevolmente, quanto più presa vi possono fare nei pori dell’intonaco o dei parati. Sono dunque da preferire le superfici liscie alle rugose, potendosi le prime meglio pulire, lavare e disinfettare.

La illuminazione, nel giorno, deve essere diretta, cioè fatta direttamente dai raggi solari, nella notte a tutte è preferibile la luce elettrica mercè l’uso di lampadine colorate in bleu od in verde per diminuire la intensità dei raggi luminosi.


Bibliografia:

Prof. Comm. Giacinto Quarta. Come si assiste un malato? Come si soccorre un ferito ? (Guida pratica per infermieri ed infermiere). Terza edizione accuratamente riveduta e notevolmente ampliata. Roma: Casa Editrice Cav. LUIGI POZZI; 1923. (COLLANA MANUALI DEL «POLICLINICO»).

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