Come fare l’aerosol ?

In particolare durante la stagione invernale, non è raro che ad adulti o bambini che presentano tosse, catarro o altri disturbi respiratori, sia prescritta una terapia farmacologica inalatoria aerosolica ovvero di fare l’ “aerosol”.

Alcune semplici nozioni, unite ad una corretta gestione dell’apparecchio per l’aerosol (nebulizzatore), possono aiutare a migliorare l’efficacia del trattamento e a prevenire alcune fastidiose complicanze legate alla terapia stessa.

Cosa serve per fare l’aerosol: tecnologia, strumenti e tecnica.

L’aerosol in medicina è una forma di somministrazione del farmaco largamente impiegata, che rientra nella categoria della terapia inalatoria.

Per aerosol si intende una sospensione di microscopiche goccioline disperse nell’aria (la dimensione è dell’ordine di pochi micron, cioè di millesimi di millimetro). All’interno di queste goccioline, che per poter essere inalate devono risultare sufficientemente piccole da rimanere stabilmente sospese nell’aria, possono essere trasportati una serie di farmaci. Questa modalità si somministrazione del farmaco è particolarmente adatta al trattamento delle patologie respiratorie, in quanto consente al farmaco intrappolato all’interno delle goccioline di raggiungere direttamente, rapidamente e quasi esclusivamente gli organi interessati (es. bronchi, polmoni).

Poichè la dimensione e la velocità delle goccioline è strettamente correlata con l’organo bersaglio che si intentende raggiungere (alte o basse vie respiratorie), si ricorda che il sistema inalatorio da utilizzare è solitamente consigliato dall’Infermiere o dal Medico prescrittore in base alla patologia da trattare e al farmaco prescritto e che deve sempre essere personalizzato in base alle caratteristiche del paziente (abilità fisiche e cognitive, es. anziano o bambino poco collaboranti).

Le goccioline di farmaco sospese nell’aria, quasi a ricordare una “nebbia”, sono solitamente prodotte da un’apposita macchina denominata, appunto, nebulizzatore (che, si ricorda, deve essere quantomeno certificata CE) oppure da bombolette pressurizzate (non trattate in questo breve articolo).

Il nebulizzatore, a prescindere dal principio di funzionamento (pneumatico ad aria compressa o ad ultrasuoni) e dal modello, è comunque dotato di un’ampolla destinata a contenere la soluzione di farmaco da nebulizzare e di un’interfaccia (es. maschera, boccaglio) che, accostata alla bocca, al naso o ad entrambi, consente l’inalazione della sospensione. Il nebulizzatore, da un punto di vista tecnico, è uno degli erogatori più semplici e più adatti nei  casi di mancanza o di difficoltà di coordinamento tra l’erogazione e l’inspirazione e, in generale, nella somministrazione della terapia aerosolica domiciliare; di contro, necessita di corrente elettrica per funzionare e può essere ingombrante e rumoroso.

Evitando di entrare nel merito dei numerosi modelli e principi di funzionamento, una nota importante riguarda i nebulizzatori a ultrasuoni.
I nebulizzatori a ultrasuoni sono silenziosi (e per questo talvolta più tollerati dai bambini, che nel frattempo possono essere distratti dalla procedura ad esempio ascoltando una canzoncina o vedendo la tv), meno ingombranti,  a volte funzionano anche a pile, producono una gran massa di aerosol e riducono i tempi di nebulizzazione, ma di solito producono particelle con diametro più grande di quello prodotto dai nebulizzatori pneumatici, risultando così inadatti per il trattamento di alcune patologie. Inoltre, il cristallo piezoelettrico che genera gli ultrasuoni può riscaldare le soluzioni e modificare la struttura dei farmaci. Bisogna anche ricordare che non andrebbero usati con farmaci in sospensione (come alcuni cortisonici) e che possono risultare più difficili da pulire.

Le principali interfacce utilizzate durante l’aerosolterapia comprendono il boccaglio, la maschera oro-nasale (VEDI FOTO), la maschera buccale, la maschera facciale e la forcella nasale.

maschera aerosol oro-nasale pediatrica ventilata

Maschera per aerosol oro-nasale pediatrica ventilata.

Per raggiungere le basse vie aeree sarebbe meglio, ad esempio, utilizzare un boccaglio o una maschera buccale distanziatrice in quanto il naso tende a filtrare l’aerosol più della bocca. Nei bambini o negli anziani agitati o poco collaboranti è bene propendere verso l’uso della maschera oro-nasale (la classica maschera che copre contemporaneamente bocca e naso) o facciale  anche se queste interfacce può aumentare la quantità di farmaco che si deposita sul viso e sugli occhi causando talvolta irritazioni. La forcella nasale è specifica per il comparto rinosinusale.

Come respirare e come eseguire correttamente l’aerosol?

La corretta somministrazione (o autosomministrazione) della terapia aerosolica è fondamentale per ottenere rapidi benefici. Per questo è importante che il soggetto collabori il più possibile e accetti questa forma di somministrazione del farmaco.

La terapia aerosolica potrebbe stimolare la tosse; la tosse a sua volta potrebbe stimolare, soprattutto nei bambini, il vomito. Per questa ragione sarebbe preferibile eseguire l’aerosol prima dei pasti.

Nella pratica, alcuni dei fattori che migliorano l’efficacia della terapia aerosolica con nebulizzatore sono:

  • utilizzare un volume di riempimento di soluzione da nebulizzare pari a circa 4-5 ml (evitando però di superare il volume indicato dal produttore sull’ampolla); logicamente, maggiore è questo volume, maggiore è il tempo di somministrazione. Il volume di riempimento di ogni nebulizzatore deve essere comunque superiore al volume residuo. Il volume residuo può variare da 0,5 a 2 ml; naturalmente, maggiore è il volume residuo (o volume morto), minore è la quantità di farmaco nebulizzato (alcune ampolle sono appositamente graduate, VEDI FOTO).
Ampolla graduata in ml (millilitri)

Ampolla graduata.

  • utilizzare e posizionare correttamente l’interfaccia, assicurandosi che aderisca bene (per questa ragione è sempre consigliato leggere le istruzioni del produttore del nebulizzatore oppure rivolgersi ad un Professionista Sanitario); ad esempio, se viene utilizzato il boccaglio il paziente non deve respirare con il naso, non deve mettere la lingua davanti al boccaglio e se possibile deve trattenere il respiro per qualche secondo a ogni inspirazione;
  • assumere (o far assumere) possibilmente la posizione seduta, sedersi con il tronco eretto (in modo da tale da garantire una migliore espansione della gabbia toracica);
  • inspirare (introdurre aria nei polmoni) lentamente e in modo profondo, trattenendo di tanto in tanto il respiro per pochi istanti (se si riesce);
  • mantenere l’ampolla del nebulizzatore sempre in posizione verticale durante la somministrazione;
  • quando il nebulizzatore comincerà a “sputacchiare” la soluzione, sempre con l’ampolla in posizione verticale verificare che la soluzione sia visibilmente quasi terminata (potrà restare, come già visto, un minimo volume residuo di soluzione) e che la “nebbia” sia ormai rarefatta: in tal caso si potrà terminare l’inalazione. In generale, la durata della nebulizzazione non dovrebbe di norma superare gli 8-10 minuti;
  • sciacquare la bocca e il viso con acqua potabile al termine della somministrazione, per eliminare residui di farmaco dal cavo orale prevenendo così fastidiosi effetti indesiderati;
  • provvedere ad un’accurata pulizia dei componenti lavabili del nebulizzatore (vedi di seguito).

Nel caso in cui:

  • si osservi una presenza eccessiva di grosse bollicine in ampolla;
  • la durata della terapia, con la solita miscela di farmaci, divenisse eccessiva (quindi in presenza di un volume residuo di farmaco eccessivo);
  • la terapia sembri essere inefficace (gli effetti e i benefici della terapia aerosolica sono solitamente evidenti dopo pochi minuti dal termine);

verificate che:

  • tutte le parti dell’apparecchio, in particolare l’ampolla, non siano visibilmente danneggiate (es. crepate);
  • il tubicino di raccordo non presenti fori, crepe, pieghe e strozzature;
  • il filtro aria non sia ostruito e da sostituire;
  • la miscela da nebulizzare non contenga farmaci inadatti ad essere nebulizzati o al tipo di nebulizzatore in uso;

Prima di acquistare un nuovo nebulizzatore, un nuovo tubicino o una nuova ampolla, provate a chiedere ad un amico di farvi provare i singoli componenti con degli altri certamente funzionanti.

Come prevenire le infezioni durante la terapia aerosolica?

Tutti i dispostivi inalatori, compreso il nebulizzatore, possono essere colonizzati da germi provenienti dall’ambiente o dal paziente stesso ed essere ulteriore causa di infezione del tratto respiratorio. Per tale ragione è necessario sottolineare quanto sia importante l’igiene dell’apparecchio: pulire sempre gli erogatori dopo ogni trattamento e disinfettarli almeno 1 volta a settimana. Particolare attenzione va posta alla gestione igienica dei nebulizzatori (pneumatici/ultrasuoni): la disinfezione dell’apparecchio va eseguita dopo ogni trattamento e soprattutto non va mai eseguito un uso contemporaneo da parte di più persone (anche se della stessa Famiglia) senza una preventiva corretta pulizia e disinfezione. L’apparecchio nebulizzatore è solitamente provvisto di un filtro aria che dovrà essere periodicamente sostituito come indicato dal produttore.
La pulizia del tubicino di raccordo, dell’ampolla e dell’interfaccia può essere fatta utilizzando semplicemente acqua e sapone neutro, i vari componenti vanno poi attentamente asciugati (preferibilmente asciugatura all’aria), poiché i batteri tendono a crescere dove è umido e bagnato, e richiusi in sacchetti di plastica puliti con chiusura ermetica (ad esempio quelli utilizzati per gli alimenti). L’asciugatura può essere migliorata collegando per qualche attimo il tubo di raccordo del compressore al nebulizzatore dopo il risciacquo e attivando per qualche minuto l’apparecchio.

Varie le modalità di disinfezione, di seguito se ne riportano alcune a titolo di esempio:

(N.B. si consiglia di leggere sempre le istruzioni di uso e manutenzione fornite dal produttore, in quanto la resistenza dei materiali costruttivi agli agenti disinfettanti varia di modello in modello)

  • far bollire i componenti del nebulizzatore resistenti ad alte temperature (il tubicino di raccordo solitamente non può essere esposto a fonti di calore) per almeno 5 minuti (non è necessario il risciacquo)
  • immergere i vari componenti in una di queste sostanze disinfettanti:
    • una soluzione costituita da candeggina e acqua in proporzioni 1:50 per almeno 3 minuti;
    • in alcool isopropilico per 5 minuti;
    • in perossido di idrogeno al 3% (comune “acqua ossigenata”) per 30 minuti;
    • in una soluzione di aceto bianco e acqua in proporzioni 1:3 per un’ora (da evitare nei pazienti con fibrosi cistica).

Successivamente procedere al risciacquo con acqua “sterile” (cioè il più possibile pulita, ottenuta facendo bollire per almeno 5 minuti l’acqua del rubinetto) e all’asciugatura come sopra.

Si garantisce, in questo modo, non solo la mancata contaminazione ma anche il corretto funzionamento.

Per ulteriori consigli sui criteri e parametri tecnici da considerare per la scelta di un nebulizzatore per aerosolterapia contattaci oppure rivolgiti direttamente ad un Professionista Sanitario di fiducia (es. Infermiere, Medico, Fisioterapista respiratorio).

 


Riferimenti:

3 interventi su “Come fare l’aerosol ?

  1. laura

    buon giorno, vorrei sapere se il farmaco introdotto in ampolla deve essere diluito con soluzione fisiologica o può essere utilizzato puro anche se la quantità è ridotta .

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